Ratzi-revolution:
Sì al condom,
e ora parla di «dimissioni»

di Roberto Monteforte
22.11.2010

Sì, le dimissioni del Papa vanno previste.
Deve essere un suo diritto e in alcune circostanze, qualora il pontefice dovesse rendersi conto di non essere più in grado «fisicamente, psicologicamente e spiritualmente » di assolvere ai doveri del suo ufficio, possono essere addirittura un obbligo. Ne è convinto Papa Benedetto XVI. Più filtrano anticipazioni sul libro-intervista «Luce del mondo» del giornalista tedesco Peter Seewald, da domani in libreria, più aumenta l’interesse per l’inattesa figura di Papa Ratzinger che ne esce delineata. Così, come Paolo VI e Giovanni Paolo II, Papa Ratzinger si pone con realismo il problema del governo della Chiesa in caso di grave malattia o altri impedimenti del vescovo di Roma. .

Un’affermazione sincera. Soprattutto tenendo conto della sua età. Nel libro ammette di sentire il peso degli 83 anni: «Le mie forze stanno diminuendo». Ma aggiunge che il ministero del Papa pur essendo a quell’età «ai limiti dell'umanamente possibile», è affrontabile, «grazie a Dio», con l’aiuto di validi collaboratori. Chiarisce come debba essere inteso il dogma dell’infallibilità papale, fissato dal Concilio Vaticano I, e la collegialità nel governo della Chiesa. Invoca una responsabilità condivisa. Solo in determinate circostanze e su questioni di fede va fatta valere l’infallibilità del Papa, il suo avere la parola definitiva. Saràuneffetto della lunga e straziante agonia di Wojtyla, che determinò un periodo non breve di vuoto di governo nella Chiesa universale. Sarà per essersi dovuto misurare con gli effetti di questa situazione.
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Ma Benedetto XVI torna a porre l’ipotesi- dimissioni del pontefice nel caso di sopravvenuta inabilità fisica o psichica. Sembra però un’ipotesi di scuola. Non un tema posto all’ordine del giorno. Tiene duro il Papa tedesco. «Quando il pericolo è grande - puntualizza - non si deve scappare via». «Per questa ragione - prosegue -, ora certamente non è il tempo di dimettersi. Proprio in un tempo come questo si deve tenere duro e sopportare la difficile situazione».
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E precisa: «Ci si può dimettere in un momento di pace o quando semplicemente non si può più andare avanti. Ma non si deve scappare dai pericoli e neanche dire che qualcun altro dovrebbe farlo». Un pensiero che non è poi così distante da quello del suo predecessore. Anche Giovanni Paolo II ammetteva in via di principio la legittimità delle dimissioni per il pontefice. L’ha però decisamente esclusa per sé, malgrado le esplicite sollecitazioni giunte anche da autorevoli esponenti della Curia romana e dell’episcopato. Dopo le affermazioni di Ratzinger c’è da pensare ad un atto formale in gestazione per gestire questa situazione. Intanto per scongiurare il rischio di una rinuncia per motivi di salute, Benedetto XVI ha una sua regola:
«Disporre in modo saggio del proprio tempo. E stare attenti a riservarsene a sufficienza per il riposo »
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