Fascino burlesque ed erotismo elegante:
finalmente a teatro a Roma
contro «l'estetica velina»

di Luciana Cimino
19.11.2010

Seduzione, mistero, fascino, divismo. Lontano anni luce dalla carne un tanto al chilo propinata dagli "stacchetti" (ormai non si chiamano neanche più balletti) delle veline, arriva in teatro il burlesque. Lungi dall'essere un mero spogliarello, il burlesque si configura come una parodia eroicomica di ispirazione vaudevillesca (veniva definito "la follia dei poveri", perché a loro era dedicata questa travolgente rappresentazione della vita delle classi più abbienti), ironica e provocatoria, dove si esibiscono dive non anoressiche ma icone di burro vestite di piume e paillettes.

Sparito dalla scena dopo l'avvento dello streap-tease, il new-burlesque è tornato sulla scena a partire dagli anni novanta, sull'onda della moda legata alla cultura vintage e ha ispirato molte pop star a partire da Madonna e Lady Gaga. In Italia il merito principale della riscoperta di questo genere si deve al Micca Club di Roma che per primo ha dato vita a innumerevoli burlesque show ed è co-produttore, insieme a Greg, dello spettacolo che finalmente porta in teatro questo genere di ballo/performance.

Si chiama "La dolce diva" e sarà in cartellone, per la regia di Matteo Tarasco, dal 29 novembre al 5 dicembre al Teatro Olimpico della Capitale. Ispirato, come suggerisce il titolo, agli anni ruggenti della dolce vita capitolina descritta da Fellini nell'omonimo film, lo spettacolo è un'occasione per vedere sullo stesso palco l'istrionico Greg (Claudio Gregori) e Dirty Martini, capofila del burlesque newyorkese, anche attrice con i film "Shortbus" e "Turnée" (miglior regia a Cannes di quest'anno).

Quasi un musical vero e proprio con danze e canzoni originali eseguite dal vivo dalla IALS Jazz Big Band di 17 elementi, diretta da Gianni Oddi e il corpo di ballo coreografato da Cristina Pensiero. La storia si svolge al "Gatto Nero", un fantomatico club di via Veneto inventato dalla fantasia degli autori Claudio Gregori e Alessandro Casella che vuole proiettare lo spettatore nel '58, quando il nostro paese, uscito definitivamente dalle fatiche postbelliche, si preparava all'avvento del boom economico che nei successivi anni '60 avrebbe ridisegnato al geografia economica e sociale dell'Italia.

Il locale è gestito da Greg, cantante freddo ed anaffettivo che intrattiene il pubblico con cinica ironia e sferzanti battute e ogni sera, al Gatto Nero, si esibisce la grande star venuta da New York Dirty Martini; ma nel locale lavora anche Lucrezia Chiffon, una ragazza di provincia, di cui si innamorano sia Greg che un cameriere.

«La "Dolce Diva" - dice Greg - nasce per dimostrare che uno spettacolo italiano può essere bello anche se moderno, partendo dallo spogliarello. Il Burlesque non è arte che mi affascini particolarmente, ma è uno spettacolo di raffinata eleganza e le artiste che lo interpretano hanno grazia a profusione e nemmeno un'unghia della volgarità di qualsiasi velina».

«Dirty Martini - aggiunge Casella, direttore artistico del Micca Club - è un personaggio felliniano, nel senso che incarna il fumetto che usa Fellini quando descrive una donna. Femminilmente esagerata». «Con "La Dolce Diva" - continua Greg - abbiamo immaginato un pubblico avvezzo a Zelig, ai Negramaro e a Striscia, che invece giunga a teatro, si segga e goda di uno show di letizia, umorismo intelligente e raffinata sensualità, lontano dalle meschinità della televisione di oggi».

Coloro che rispetteranno un preciso “dress code” a tema con lo show verranno selezionati e entreranno a far parte dello spettacolo interagendo con gli attori. Inoltre sono state organizzate lezioni ad hoc per gli spettatori (1 e 3 dicembre) tenute da Dixie Ramone.
http://www.lunita.it/