IL PERSONAGGIO

Sinatra, una storia ricchissima
di luci, ombre e amori


Esce in Usa "Frank", la più dettagliata biografia mai realizzata su "The Voice". Ottocento pagine piene di testimonianze di amici, colleghi, parenti


di ANTONIO MONDA

12.02.2011

NEW YORK - A dodici anni dalla scomparsa di Frank Sinatra esce negliStati Uniti una biografia di ottocento pagine, intitolata Frank, the voice, che cerca di restituire un ritratto completo di un cantante dal talento straordinario ed una personalità con molti lati oscuri. L'autore del libro, James Kaplan, lo descrive come un artista consapevole della propria grandezza, che trasformò le proprie insicurezze in aggressività, e reagì in maniera spregiudicata all'asprezza di sfide durissime.


Era nato ad Hoboken, una cittadina del New Jersey che vede da lontano i grattacieli di Manhattan, da padre siciliano che alternava il mestiere di pompiere a quello di pugile, ed una madre ligure, un'attivista del partito democratico che contribuiva ai magri introiti familiari procurando aborti clandestini. Fu un pessimo studente e non terminò mai il liceo, ed era ancora adolescente quando venne arrestato per essere diventato l'amante di una donna sposata, cosa che all'epoca era considerato un reato. La celebre foto segnaletica, relativa ad un arresto successivo, è dovuta invece alla rissa con una fidanzata che attaccò violentemente colei che divenne la prima moglie Nancy. Da piccolo il suo soprannome era "Scarface", per via di una lunga cicatrice sul lato sinistro del volto. Sono molte le leggende a riguardo, ma Kaplan accredita l'idea benigna di un taglio procurato dal forcipe al momento della nascita.

Uno dei momenti più pruriginosi del libro è quello relativo alle prestazioni sessuali: Ava Gardner, che diventò la seconda moglie, parlò pubblicamente del fatto che fosse superdotato, e il maggiordomo scrisse nel suo libro di memorie che era incaricato di acquistare mutande disegnate appositamente su misura. Ma il libro ha anche molti passaggi interessanti per comprendere la costruzione di un mito: a cominciare dall'idea del soprannome "The Voice", che il geniale publicist George Evans riuscì ad imporre su "Scarface". Fu lui che nel momento dell'ascesa del cantante assoldò ragazze che urlavano istericamente ad ogni attacco di canzone. E fu sempre Evans che fece circolare la voce che avesse regolarmente finito le scuole e che la madre in realtà fosse un'eroica infermiera della Croce Rossa.

Come racconta Il Padrino, cambiandone il nome in Johnny Fontane, Sinatra non esitò a rivolgersi ad amici mafiosi per sciogliere il contratto che lo legava all'orchestra di Tommy Dorsey: Kaplan porta la testimonianza di Jerry Lewis, il quale disse che fu il boss Willie Moretti a fare a Dorsey un'offerta che non poteva rifiutare, consentendo a Sinatra di decollare per una carriera che non ha eguali nella storia della musica popolare americana. Moretti aiutò ancora una volta Sinatra nel momento più difficile della carriera, assicurandogli dei ruoli cinematografici che lo portarono a vincere un Oscar in Da qui all'eternità.

C'era amicizia, da parte del mafioso, ma anche riconoscenza: Sinatra si era esposto in prima persona presenziando aduna riunione di boss all'Avana, e la sua presenza venne scoperta da Robert Ruark, un giornalista che fece lo scoop della sua vita, parlando dell'incontro tra The Voice e Lucky Luciano. Kaplan rivela che in quel periodo di crisi Sinatra tentò tre volte il suicidio: la prima dopo una lite furibonda con la Gardner, la seconda quando apprese che lei aveva deciso di abortire il figlio concepito dalla loro unione, la terza dopo aver visto un enorme poster del rivale Eddie Fisher. Un nuovo arresto avvenne proprio dopo una lite con la Gardner, e fu il solito publicist a mettere le cose a tacere corrompendo i giornalisti accorsi sul luogo. In quel periodo il capo dell'FBI J Edgar Hoover aveva su Sinatra un dossier di 1275 pagine, ma è sintomatico della cultura americana come venga separata totalmente la stima incondizionata per l'artista dal giudizio sull'uomo.

Furono molti i cambiamenti di campo: finanziò per gran parte della vita il partito democratico, ma fece campagna per l'amico Ronald Reagan quando si candidò come presidente. E furono poche le battaglie perse, come il tentativo di dissuadere la terza moglie Mia Farrow di interpretare Rosemary's Baby. Le fece arrivare i documenti per il divorzio sul set, mentre girava la scena in cui scopriva di aver partorito il figlio del diavolo.

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