Depressione: la causa è nelle
cellule iperattive

Un’iperattività cellulare può essere il fattore chiave nello sviluppo della depressione
01/03/2011

Non siamo solo noi, gli homo sapiens sapiens frenetici a essere in costante iperattività mentale. Alcuni ricercatori del US Department of Energy's (DOE) Brookhaven National Laboratory, della Cold Spring Harbor Laboratory e della University of California, San Diego School of Medicine hanno appena scoperto che anche le cellule possono diventare iperattive.
Eh sì, per star dietro al nostro ritmo di vita forse sono diventate iperattive anche loro.

Lo studio, riportato su Nature, spiega come mai l’iperattività cellulare può essere associata alla depressione. Inibendo una particolare zona cerebrale, denominata habenula laterale, attraverso degli elettrodi, è possibile invertire alcuni comportamenti depressivi.

«Questa ricerca individua un nuovo circuito anatomico del cervello che media la depressione, e mostra come essa interagisca con il sistema di ricompensa del cervello per far scattare un segnale costante di delusione - che indubbiamente è deprimente», spiega lo psichiatra e neurobiologo Fritz Henn.
«Tuttavia, l'individuazione di questo circuito e del suo funzionamento può aprire nuove porte per l'inversione di tali effetti», continua Henn.

«Ad esempio è possibile che i geni espressi in modo specifico questi neuroni possano essere mirati geneticamente o farmacologicamente per manipolare e ridurre la depressione», spiega il co-autore dottor Roberto Malinow, professore di neuroscienze presso la Scuola di Medicina dell’UCSD.

Secondo i ricercatori, le cellule presenti nell’habenula laterale sono attivate in seguito a eventi spiacevoli, incluse punizioni, tristezza, delusione ecc. È ovvio che stimoli negativi di questo genere possano portare alla depressione, tuttavia c’è da chiedersi perché non sempre questo accade. Per capire bene gli scienziati hanno voluto analizzare dettagliatamente i circuiti cerebrali.

Controllando a fondo le cellule dell’habenula hanno scoperto che queste sono in stato di iperattività solo nei soggetti depressi. Più erano depressi i soggetti (animali) più le cellule erano attive.
«L'attivazione dell’habenula laterale è conosciuto per influenzare il rilascio di serotonina e norepinepherine, due bersagli di farmaci antidepressivi», spiega Henn.
«Il presente studio ha esaminato il ruolo del habenula laterale in termini di sistema della dopamina, il sistema coinvolto nella ricerca della ricompensa. Abbiamo scoperto che l'iperattività nel habenula laterale causata dallo stress-indotto spegne il sistema di ricompensa del cervello».

Stimolando attraverso degli apposite elettrodi l’habenula laterale viene diminuita l’attività eccitatoria.
«I nostri risultati mostrano chiaramente che la soppressione della trasmissione sinaptica alla habenula laterale attraverso la stimolazione cerebrale profonda può acutamente invertire il comportamento inerme dei topi. È molto probabile che questo effetto benefico sia stato mediato da una soppressione delle cellule nervose eccitatorie che porta al sistema di ricompensa del cervello, come abbiamo osservato negli studi cellulari», prosegue Henn.

«Il nostro studio fornisce un meccanismo cellulare che può spiegare l'iperattività delle cellule nervose del habenula laterale osservata negli esseri umani depressi e in modelli animali depressi, così inducendo il 'silenzio' di questi circuiti, sia farmacologicamente che chirurgicamente, si possono ridurre i sintomi della depressione, come negli animali», conclude Henn.

Questa scoperta apre senz’altro la strada a nuovi trattamenti, ancora più specifici e mirati, per il trattamento della depressione. Sperando che tali trattamenti possano essere più duraturi e meno tossici di alcuni tradizionali farmaci antidepressivi.
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