Il monumento alla memoria nel 2011

por Alberto Simoni
01.10.2010
Ilustração - projetos para a praça do Marco Zero 2011

Ironizza il New York Times: «Quando leggerete questo articolo sarà già superato». Nessuna crisi del giornalismo tradizionale - non almeno in questo frangente - piuttosto l’affermazione che è impossibile per il cronista stare al passo con la velocità della ricostruzione a Ground Zero. Ogni giorno spunta qualcosa di nuovo, le altezze si fanno più importanti, le fondamenta dei nuovi grattacieli più solide. Un contesto inimmaginabile nel 2008 quando alcuni dei progetti per la ricostruzione erano oggetto di discussioni.
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Due anni fa, la Port Authority di New York e del New Jersey, proprietaria del luogo, nemmeno ipotizzava una data per l’inaugurazione del nuovo complesso. Eppure per il 2011, il monumento che ricorda le vittime di Al Qaeda sarà finito. In un’officina del New Jersey si stanno già incidendo i nomi delle 2.982 vittime dell’11 settembre e dell’attacco del 1993, anche quello di matrice islamica.

E nella «grande piazza» che per tutti è sempre Ground Zero cominciano a comparire gli spazi che ospiteranno 416 querce. Duemila operai, e diventeranno di più, lavorano sette giorni su sette per portare a termine la ricostruzione. Per ridare a New York il suo celeberrimo skyline. Che sarà dominato dalla Freedom Tower, il grattacielo di 541 metri (1776 piedi per ricordare l’anno dell’indipendenza Usa) pronto nel 2013.
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Un terzo è già costruito. Vanno avanti spediti pure i lavori della stazione ferroviaria e della metropolitana in Fulton Street: costo 2,2 miliardi di dollari per un’opera che snellirà il traffico su rotaia della Grande Mela. Poi toccherà alle Tower 3 e 4. Nel 2014 la Tower 2, quella progettata da Norman Foster, avrà già le fondamenta; mentre a breve cominceranno gli scavi al Performing Art Center. New York conferma la sua fama di città che non si ferma mai e cambia sempre volto. Di giorno in giorno.
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