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Fiesole, tra De Chirico e Nunziant
il quadro ossessione di Hitler


Nel Palazzo Comunale, per la prima volta in Italia "L'Isola dei morti" di Böcklin, quadro-icona del romanticismo, amatissimo fino all'ossessione da Hitler. Protagonista di un nuovo percorso metafisico che tocca i grandi maestri



di LAURA LARCAN


FIESOLE - E' passata alla storia come l'opera amata fino all'ossessione da Adolf Hitler. Addirittura, in una foto del 1939, la si vede appesa al muro alle spalle del dittatore tedesco mentre è a colloquio nel suo studio con il ministro sovietico Molotov e quello tedesco Ribbentrop, durante le fasi di definizione degli accordi per il patto di non aggressione. Talmente adorata che se la portò con sé nel bunker di Berlino, dove venne poi sequestrata dai russi. E' "L'isola dei morti" del pittore svizzero di Basilea Arnold Böcklin, la cui prima versione risale al 1880 (oggi conservata al Kunstmuseum della natia Basilea), capolavoro di romanticismo sublime, nel suo essere crogiuolo di scenari misteriosi e atmosfere inquiete. Eccezionalmente, per la prima volta in Italia, andrà in mostra (l'arrivo è previsto tra due settimane circa dall'inaugurazione per motivi tecnici) nella sua Fiesole, dove visse e morì nel 1901 a settantasei anni, nell'evento "Isole del pensiero. Böcklin, De Chirico, Nunziante", dal 16 aprile al 19 giugno nella Sala del Basolato del Palazzo Comunale, sotto la cura di Giovanni Faccenda.

L'enigmatica "Isola dei Morti" è famosa per quella minuta barca dove si scorge una figura bianca in piedi al cospetto di una bara sempre bianca, si avvicina ad un possente gruppo di alte rocce a strapiombo sul mare, inondate dall'oscurità di cipressi tra cui emergono a fatica lampi di architetture classiche (secondo lo studioso Hans Holenweg, per questo luogo Böcklin si sarebbe ispirato al castello aragonese a Ischia). E sarà lei protagonista assoluta (notoriamente replicata in cinque versioni dall'artista, di cui Hitler acquistò la terza, mentre la quarta andò distrutta in un bombardamento nella Seconda guerra mondiale) accanto ad altre quattro opere di Böcklin, "Villa am Meer - Villa sul mare" (1892-93), "Flötender Pan - Pan che suona lo zufolo" (1897), "Die Kapelle - La cappella", 1898, e l'ultima, incompiuta, "Pan im Kinderreigen - Pan fra i bambini in girotondo", dipinta dal grande svizzero, poco prima di morire, nella sua Villa Bellagio.

Cuore pulsante e suggestivo di una rassegna che vuole setacciare una nuova strada metafisica, che dal portentoso svizzero, sempre ammantato di un'estetica simbolica infarcita di allegorie nell'ossessivo richiamo alla morte, tocca De Chirico, presente con cinque tele, fino ad Antonio Nunziante, con venti lavori. A ricostruire una fascinazione per "L'isola dei morti" nutrita indiscutibilmente da tanti artisti, da Edvard Munch a René Magritte, da Max Ernst a Salvador Dalí. E non solo. Basti pensare che divenne prestissimo un'opera feticcio. Lenin ne volle una copia così come d'Annunzio e Freud. Quanto sia grande il debito verso Böcklin lo testimonia De Chirico, con il suo massimo capolavoro "La passeggiata-Il tempio di Apollo a Delfi" del 1910, così come opere che risalgono a tutto il periodo romantico, tra l'inizio degli anni Quaranta e la prima metà del decennio successivo, dal "Castello di Rapallo" (1947-48), al "Cavaliere con cane" (1948), "Vita silente con marina" (1950), "I romani in Britannia" (1953).

Fino a Nunziante, che ha rincorso Böcklin fino a Villa Bellagio, estrema dimora del pittore svizzero sul crinale tra Fiesole e San Domenico dove ha fatto visita la scorsa primavera. Lo evocano opere magiche e sognanti come "Laggiù dove tutto è possibile", "Accadde un mattino", "Attesa", "Il volo di Pindaro", "L'alba vinceva l'ora mattutina...". "Questa mostra _ racconta Faccenda - nel centodecimo anniversario della morte di Böcklin, lungi dal voler costituire un confronto fra coloro che ne sono protagonisti, intende piuttosto documentare, attraverso le opere ordinate al suo interno, l'ideale convergenza intellettuale dei tre autori, in una linea di continuità, del tutto estranea a qualunque forma di discepolato, nella quale scopriremo affinità e divergenze assortite, restando, in fondo, ciascuno di loro - Bocklin, de Chirico e Nunziante - , viaggiatore isolato, in epoche diverse, nel misterioso ed intrigante universo della metafisica".
"Isole del pensiero. Böcklin, de Chirico, Nunziante", dal 16 aprile al 19 giugno 2011. Fiesole, Palazzo Comunale, Sala del Basolato.
Orario: 10 - 19 tutti i giorni.

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